Il Festival dei Teatri di Pietra, ideato e prodotto dal Coro Lirico Siciliano, porta al Teatro Antico di Taormina la Tosca di Giacomo Puccini. Dopo Siracusa e la serata taorminese, sarà la volta di Tindari.
Di Donata Musumeci
Una triade di luoghi suggestivi per riportare il bel canto nei Teatri più antichi della Sicilia e valorizzarne il territorio. Ma non è facile competere con il panorama incantevole del Teatro Antico a Taormina, ed è anche per questo motivo che la scenografia rientra perfettamente nei canoni della più classica delle tradizioni di questa rappresentazione della Tosca di Giacomo Puccini.
Le scene, a cura di Alfredo Troisi, rappresentano la Basilica di Sant’Andrea della Valle (dove si svolgono i fatti del primo atto) ponendo al centro del palco un enorme Corpus Domini. Il celebre Palazzo Farnese, invece, è messo in scena con l’essenzialità di un enorme scrivania e pochi candelabri. Anche in questa produzione troviamo l’immancabile divanetto sul quale strategicamente avrebbe dovuto consumarsi il ricatto sessuale con cui Scarpia tiene in scacco la bellissima Tosca. La protagonista pucciniana si ritrova nel bel mezzo di un gioco di interessi politici in cui è coinvolto il suo compagno, il pittore Mario Cavaradossi, complice di un fuggitivo sostenitore di Bonaparte.
Una regia, firmata da Alessandro Cecchi Paone con la collaborazione di Anna Aiello, che aggiunge solo una nota storica in più al bellissimo melodramma pucciniano. L’idea di citare Caravaggio e di porne delle tele rievocative è interessante. Tuttavia l’immagine di Marta e Maria Maddalena (nel particolare del viso di Fillide Melandroni, celebre musa di Caravaggio e cortigiana romana dell’epoca) risulta avere la stessa labile efficacia della seconda tela proposta: quella che raffigura Giuditta nel momento in cui sgozza Oloferne. E’, senza dubbio, pertinente con l’assassinio che Tosca sta per commettere, l’immagine del condottiero assiro sgozzato, Oloferne come Scarpia, uccisi per mano di una donna coraggiosa.
Ma a dare un reale senso alla citazione del celebre pittore lombardo sono le luci di Claudio Mantegna. Quando Tosca sta per compiere la sua vendetta calano le luci. La scena è quasi completamente al buio ed un unico fascio di luce taglia trasversalmente la scena dell’omicidio. Scarpia sulla scrivania, Tosca su di lui ancora con l’arma in pugno, un momento suggestivo e bellissimo da vedere. Buona la direzione di Gianluca Marcianò che ha saputo dare colore alla partitura dell’opera, pur non potendo sempre far affidamento sull’omogeneità dei suoni orchestrali e dei fiati. Ritroviamo Marcello Giordani, il nostro amato conterraneo nei panni di Mario Cavaradossi. Una voce conosciuta e apprezzata in tutto il mondo così bella nei registri alti ma che forse proprio in questo giorno mostra una grande stanchezza.
Svetla Vassileva ha cantato nei panni di Tosca. Il soprano bulgaro ha saputo dare una tale energia e un tale vigore al ruolo da essere più volte sul punto di sovrastare tutti e tutto. Forse fin troppo dinamica come attrice non possiamo non apprezzarla soprattutto quando, con molta dolcezza e moderazione, ha controllato il suo timbro così squillante e forte nella famosa aria “Vissi d’arte…”. Bravo Sinan Yan nel ruolo di Angelotti e apprezzatissimo Claudio Levantino nei ruoli del sagrestano, di Sciarrone e di un carceriere: bel timbro e presenza perfetta sul palcoscenico.
Nel ruolo di Scarpia ha cantato Nebojsa Babic, che ha sostituito in extremis Alberto Mastromarino che all’ultimo minuto ha dovuto rinunciare alla rappresentazione per problemi di salute. Il basso baritono giunto dalla Serbia si è ben calato nei panni dello spietato Scarpia. La sua è una bella presenza scenica, non è stato mai goffo e scontato nel ruolo del ricattatore; un ruolo dalle tinte fosche che intriga moltissimo il pubblico. Una bella voce che un teatro all’aperto non sempre valorizza ma che risuona calda e affascinante nei registri bassi.
Hanno completato il cast Adonà Mamo nei panni di un pastore, Francesco Congiu in Spoletta e il Piccolo Coro “Don Bosco” Città di Taormina diretto da Ivan Lo Giudice. Una rappresentazione che il Coro Lirico Siciliano, sotto la direzione del Maestro Francesco Costa, ha reso speciale in tutte le parti in cui il Coro ha potuto dare il suo contributo rendendo piena e completa la memorabile musica di Giacomo Puccini.
La recensione si riferisce alla rappresentazione del 30 luglio 2019, Teatro Antico di Taormina